Il voto degli italiani contro la privatizzazione della gestione delle risorse idriche, che coinvolge anche molti altri tipi di servizi locali, lascia un vuoto normativo e pratico che dovrà essere riempito. Ma come tener conto dell’esito del referendum e nello stesso tempo cercare di evitare che i Comuni, sempre più al verde e pieni di debiti, non taglino quantità e qualità dei servizi. Nel solo settore idrico per ammodernare una rete che fa “acqua da tutte le parti” si stima occorrano un centinaio di miliardi in dieci anni. Chi pagherà?Ne parlano Roberto Castelli, viceministro Infrastrutture e TrasportiVito Gamberale, amministratore delegato Fondo F2i SgrAndrea Bossola, direttore Acea - Area Industriale Idrico Conduce: Enrico Cisnetto, “Cortina InConTra”