CORTINA RACCONTA -
PIÙ VERDE PER NON RESTARE AL VERDE. ROBIN HOOD TAX PERMETTENDO
PIÙ VERDE PER NON RESTARE AL VERDE. ROBIN HOOD TAX PERMETTENDO
Evento del:
27/08/2011 18:00
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Audi Palace
Data articolo:
26/08/2011
Contenuto pagina
Al netto dell’emotività della consultazione referendaria, si prova a parlare di energia con serenità: si confrontano istituzioni ed operatori del settore a Cortina. Sala gremita per un appuntamento tanto importante. Occorre capire quale strada seguire e quali siano i destini delle rinnovabili. Investire nella green economy come strumento per continuare a crescere, salvare l’ambiente e sfruttare meglio l’agricoltura: è una soluzione percorribile?
Stefano Saglia, sottosegretario allo Sviluppo Economico, insiste: «siamo vicino ad un sistema ordinato, ci sono stati errori da parte del governo, ed io ho provato a porvi rimedio. Non siamo al passo con la normativa europea, però, se si cambia con un decreto legge, tutto peggiora. Se invece lo si fa “cum grano salis” si costruisce un sistema virtuoso. Negli ultimi mesi qualcuno ha ritenuto che il peso dei certificati verdi poteva essere alleviato dalle bollette dei cittadini ed ha compiuto interventi col macete. Ho tentato di fare riferimento alla direttiva europea sulla rinnovabili, direttiva da cui deriveranno nuovi stimoli. Lo ammetto: noi stesso abbiamo generato confusione ed il rallentamento degli investimenti. Raggiungeremo gli obiettivi prefissati. La crescita impetuosa del fotovoltaico ha determinato il blocco degli incentivi in Spagna, per esempio. Un obiettivo del 2020 è stato già raggiunto nel 2011. Il solare fotovoltaico è il più facile da realizzare dal punto di vista burocratico. I grandi impianti a terra non sono più convenienti, si va sui tetti non solo delle private abitazioni ma anche degli impianti industriali. Vogliamo costruire l’indipendenza dagli incentivi entro un breve periodo». Continua l’esponente del governo:«Continueremo a combinare guai, ne abbiamo combinati tre o quattro, che abbiamo provveduto a correggere. L’effetto annuncio è ovviamente distorsivo, al netto della Robin Tax entro questo anno solare daremo prospettiva a medio lungo termine stando dentro un tetto: possiamo investire 5 - 6 milioni di euro».
Federico Vecchioni, presidente Terrae, presidente Agriventure, vorrebbe si scommettesse su ricerca ed innovazione. «Facciamo domande per avere incentivi. Una domanda da 200 € costa 350 €, è un’anomalia tutta nostra». Guido Bortoni, presidente Autorità Energia elettrica e Gas, parla chiaro: «prepariamo due cose, la nuova generazione di tecnologie da fonti rinnovabili ed un’industria che agisca alla bisogna. Dobbiamo trovare meccanismi che faccino convivere fonti rinnovabili e patrimonio ed impianti convenzionali». Giuseppe Garofano, vicepresidente Alerion è perentorio: «L’eolico non è mafia, vorrei precisare. Non si vuole più assistere al mercato delle autorizzazioni. Assistiamo ad un’aggressione. Il 40 % dei certificati verdi è attribuito all’idroelettrico. Chi produce turbogas non sarà tenuto ad acquistare i certificati verdi. Mi chiedo se ci siano le condizioni per fare attività d’impresa nel settore delle rinnovabili. Il mercato mi pare piuttosto monopolistico e chiuso a chi vorrebbe investire». Bortoni, presidente Autority Energia Elettrica e Gas, rincara la dose: «risparmio energetico non vuol dire pauperismo, ma efficienza nel fare le stesse cose. Ci siamo impiccati alla frazione del 17% frutto del rapporto tra quantità di fonti rinnovabili utilizzati e consumo energetico totale dell’Italia. Se si facessero calcoli, si scoprirebbe che lo stesso sforzo si raggiunge sia con investimento che con risparmio. Occorrerebbe che noi scegliessimo la misura migliore per il nostro paese per costruire un nuovo modello di sviluppo. Questo esiste».
Luigi Campello, amministratore delegato Electrolux, parla di “negawatt” ovvero del risparmio di energia sui consumi attuali. «Chi dice che innoviamo poco, si sbaglia. È un errore. Una lavatrice oggi consuma due terzi in meno rispetto a vent’anni fa». Prosegue: «Il nostro settore ha fatto molto. La nostra azienda ha fatto del verde una strategia. Lo abbiamo scelto per strategia e non perché ce lo imponevano le leggi. Che cosa si può migliorare? L’attenzione del consumatore andrebbe incentivata. Trovo molto istruttivo il testo “La nuova ecologia politica”. L’efficienza energetica ci deve consentire una crescita. L’industria sta facendo molto, il governo potrebbe fare qual cosina di più». «Combinando la crisi economica con esigenze di sostenibilità, potremmo dare spinta ad economia. Abbiamo riqualificato la produzione italiana e vorremmo proseguire su questa strada». Stefano Saglia, sottosegretario Sviluppo Economico, controbatte: «C’è un obiettivo europeo non vincolante, disincentiva il governo perche non vincolante. Il salto di qualità lo faremo sulla casa, siamo avanti sull’efficienza industriale. Siamo invece su situazione critica per quanto riguarda il patrimonio edilizio. Penso ne spero di non avere uno scontro violento sulla detrazione del 55%. È una misura utile che ha fatto emergere moto sommerso». «Vale un sacco di soldi. Costa 300 milioni, la ragioneria dello Stato non considera l’entrata. Dobbiamo preoccuparci di demolire e ricostruire nei centri città non solo in periferia». «Abbiam fatto numeri formidabili, i prezzi son stati modulati sulla base del valore degli incentivi».
Pietro Colucci, presidente e amministratore delegato Kinexia, coautore con Edo Ronchi de “Vento a favore” (Edizioni Ambiente) è sincero: «il paese non ha compreso la portata della green economy. Non c’è vento a favore per il marinaio che non sa dove andare. Vorremmo evitare di “aprire tavoli”, mancano le condizioni tecniche perché siamo in over capacity. Non abbiamo bisogno di produzione elettrica. Il rischio è una tela di Penelope infinita in cui ognuno disfa quanto precedentemente realizzato dall’altro governo». Giuseppe Noviello, presidente Hfv, chiarisce subito di essere tria maggiori produttori nazionali di energia fotovoltaica. «Per un imprenditore avere un lotto attrezzato è una panacea. Non volgio metter ein dubbio la onestà intellettuale delle istituzione, potremmo aiutare lo Stato a scrivere i decreti. Siamo sempre dipendenti dai combustibili fossili. Quello che vorremmo dalle istituzioni è rendere giustizia alle rinnovabili. Paghiamo bolletta elettrica più alta d’Europa. Non certo per colpa delle rinnovabili. Stiamo costruendo tanti impianti in Calabria. Non è neppure vero che regaliamo soldi ai cinesi, il 60% resta in Italia. Col carbone l’estero si arricchisce molto di più»