Investire in cultura – e “Cortina InConTra” ne è una piccola ma significativa dimostrazione – non è mai uno spreco di risorse. Intanto perché l’Italia possiede entro i suoi confini oltre la metà del patrimonio culturale mondiale ed è quindi doveroso, prima ancora che utile, tutelare questa straordinaria ricchezza. Poi perché, come testimoniano città come Berlino o Chicago, chi decide di puntare sulla cultura dà vita a un circolo virtuoso che significa sviluppo e nuovi posti di lavoro, specie per i giovani. Insomma, una bella polizza assicurativa sul futuro del nostro Paese. Ma per far questo occorre uscire dalla logica dell’investimento a fondo perduto, degli aiuti a pioggia, del sostegno a tutti e a tutto. Individuando i poli d’eccellenza su cui puntare e creando i presupposti per una imprenditorializzazione della cultura, da cui non possiamo prescindereNe discutonoRiccardo Villari, sottosegretario ministero Beni e Attività culturaliMaurizio Scaparro, regista teatralePaolo Baratta, presidente Biennale VeneziaStefano Zecchi, docente Estetica Università Statale Milano, autore de “Quando ci batteva forte il cuore” (Mondadori)Giovanni Valentini, editorialista La RepubblicaConduce: Cesara Buonamici, vicedirettore Tg5