CORTINA RACCONTA -
Con la cultura si mangia
Con la cultura si mangia
Evento del:
24/08/2011 18:00
-
Audi Palace
Data articolo:
25/08/2011
Contenuto pagina
Di bellezza e cultura, di come far ripartire il Paese scommettendo su una ricchezza inesauribile eppure vilipesa. Riccardo Villari, sottosegretario ministero Beni e Attività culturali, ammette: «è un settore che può fare da volano alla nostra economia. Tutto quello che ruota attorno alla cultura rende. Non è un problema solo di risorse, oggi la verità è che dobbiamo amministrare al meglio quello che abbiamo facendo i conti con la crisi. Affianco ai concetti di tutela e conservazione, dobbiamo considerare anche quelli di produzione e fruizione, aprire a capitali privati e considerare i bene artistici e culturali come produttori di ricchezza e benessere». Loda il modo d’agire del ministro Galan. Sapido l’intervento di Stefano Zecchi, docente di Estetica all’Università Statale di Milano ed autore de “Quando ci batteva forte il cuore” (Mondadori): «Aristotele non ha mai parlato di cultura. Cartesio inizia a ragionare sulla cultura di carattere scientifico, reputandola problema generale della società. Il problema non è vedere quanti soldi si spendono, ma chi li gestisce: si tratta di cultura amministrativa».
«Oltre alle risorse che gestisce direttamente il ministero – ha sostenuto Villari – ci sono le risorse agli enti locali. In Italia cultura significa 5% del Pil. Il problema delle risorse è secondario, l’importante è chi le gestisce, la mentalità con cui lo fa. Dal Dopoguerra al ‘74 tutto era in uno stato di forte polverizzazione, poi vennero istituiti il ministero (con il grande Giovanni Spadolini) e le regioni, c’è stato il trasferimento di competenze e cultura come qualcosa non solo da tutelare, ma da organizzare. Negli ultimi vent’anni anche produzione e fruizione del bene culturale. Eccesso di conservazione in questo Paese, ci sono corporazioni che resistono a cambiamenti molto veloci e dinamici. Andrebbero asciugati i mille rivoli in cui si disperdono risorse, lo Stato deve creare il valore aggiunto della conoscenza, il bene immateriale, deve fare qualcosa di più nobile, ma non deve nemmeno buttare i soldi». «La situazione attuale – ha detto Villari - è questa: ci sono 466 musei statali e 1 milione di musei comunali per 350mila mq di superficie, 46 biblioteche nazionali, 24 milioni di volumi, mezzo milione di beni culturali immobili, in quantificati beni mobili, 13 milioni di faldoni nei nostri archivi, parchi archeologici per tredici milioni di mq. Di fronte a questi numeri sono convinto che non ci sono risorse che tengano lo Stato non le può sostenere lo Stato, che deve tenere per sé la tutela e la vigilanza e cercare di favorire nella maniera più semplice l’afflusso di capitali privati. L’operazione Colosseo è una di queste».
Maurizio Scaparro, regista teatrale, sostiene di sentirsi circondato dall’ignoranza e dal cattivo gusto. Prosegue: «dobbiamo difendere con tutta la nostra forza le istituzioni come la Biennale. Dobbiamo sostenere con tutta la nostra forza – ha detto – le istituzioni vere come la Biennale, le poche che difendono la cultura». Dichiara: «Il programma da me ideato al Teatro della Pergola di Firenze per le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia, parte proprio dalla considerazione che la cultura, oltre ad essere elemento costitutivo dell’identità del Paese, ne rappresenta, nella sua straordinaria ricchezza e varietà, una fondamentale risorsa in termini di sviluppo. Le giornate saranno aperte significativamente da un appuntamento con Alessandro Gassman che, commenterà un filmato inedito sul lavoro cinematografico e teatrale del padre Vittorio, ricordando che a Firenze nacque, tra l’altro, la famosa “Bottega del teatro” voluta e diretta dal grande attore». Per Paolo Baratta, presidente Biennale Venezia, la cultura è il “modo con cui guardiamo a noi stessi”. «Se pensiamo alla cultura come a tutto ciò che normalmente esula dall’attività lavorativa, mi va bene questa definizione omnicomprensiva del termine». Si augura però che alle belle parole seguano i fatti. Ed anche noi con lui.