CORTINA RACCONTA - Cos'hai nel cervello
Cos'hai nel cervello
Evento del: 03/08/2011 21:30 - Audi Palace
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​La “melodia cinetica dei nostri movimenti” illustrata sapientemente dal neurologo Giacomo Rizzolatti, direttore del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università Parma ed autore di “Nella mente degli altri” (Zanichelli) e “So quel che fai” (Raffaello Cortina) offerta al “catturato” pubblico dell’AudiPalace nella serata di mercoledì 3 agosto 2011. Pare cosa eclatante, ma le sue sensazionali scoperte sono state addirittura inserite in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia nella top ten di quelle prodotte dal genio dei nostri scienziati di sempre. Cercate alla voce “neuroni specchio”, se non la trovate: poco male. Abbiamo qui uno degli inventori della teoria, l’unico o forse il migliore a spiegarvela. Da tali neuroni si genera quel processo chiamato “empatia”, per cui possiamo prevedere, comprendere e imitare quello che fanno, provano e dicono gli altri (ma si badi: il professore preferisce utilizzare altri termini, magari più scientifici, per evitare confusioni). Immedesimarci nelle azioni altrui è qualcosa che facciamo ogni giorno, automaticamente e senza neppure farci caso. Oggi vogliamo andare oltre l’empirico, però. Se mai si possa “penetrare nella mente del prossimo” è quesito affascinante e fin troppo suggestivo, ma di questo si tratta.


Sapreste per caso localizzare le emozioni nel cervello? Ve lo insegniamo qui a Cortina. Un esperimento fatto in Francia ha dimostrato che – a contatto ravvicinato con cibi di diverso tipo – ad uomini ed animali si attivano contemporaneamente le stesse aree del cervello. Stesse sensazioni, insomma. E stesso meccanismo di “imitazione comportamentale”. Pensate ai ballerini che si esercitano agli specchi, la loro dimensione “mirror” è fortemente attivata dall’emulazione: più del ballo a coppia, vale in questo caso l’imitazione di un proprio omologo (i ballerini maschi insomma preferirebbero ammirare altri uomini, e viceversa). O ancora, si è dimostrato che un bambino appena nato risponde con una smorfia ad una linguaccia: proprio questi gesti attiverebbero il rapporto madre - figlio che si sviluppa nel corso dei primi mesi. La tendenza all’imitazione ha un risultato immediato: saremmo noi umani predisposti al bene (ovvio: se ci sia capitato nella vita di osservarlo, il bene – s’intende), al contrario: a forza di scrutare il peggio, si finisce col divenirne esecutori. Anche di autismo discutiamo e di un suggerimento da cogliere al volo: le analisi nei primi mesi di vita consentono diagnosi veloci in grado di rimediare al disturbo.

Non troppo spesso capita di assistere a lezioni di tale calibro. Il pubblico riserva i propri dubbi al question time a margine della lectio magistralis. Una madre chiede come si comportino i neuroni del suo bimbo e la risposta dello scienziato è un capolavoro di buon senso: «se lei sarà una buona madre, il vostro rapporto neuronale sarà ottimo. Al contrario: buona fortuna». Il volto umano della scienza sorride da dietro a simpatici occhialetti, si agita vispo ticchettando sulla tastiera del computer da cui emergono le riprese di imperdibili di alcuni test sulle scimmie. Scimmie dal volto umano, ovviamente.
 

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