CORTINA RACCONTA -
ECONOMIA & POLITICA, POTERI DEBOLI
ECONOMIA & POLITICA, POTERI DEBOLI
Evento del:
08/08/2011 18:00
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Audi Palace
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Cesare Romiti, presidente della Fondazione Italia-Cina e “vecchia volpe” dell’imprenditoria nostrana è preoccupato: «La crisi è diffusa e non solo di carattere europeo, ci troviamo di fronte ad una modificazione importante della situazione mondiale. Occorre riflettere. Non c’è nulla di peggio del creare disparità fra ricchi e poveri». Poi prosegue: «Guardando la tv, mi sono domandato se si possa andare avanti così. Non sembriamo preparati. Quando si commettono errori, c’è un principio sacrosanto per cui -se si sbaglia- il sentimento più forte che ci anima occorre che sia la vergogna, sincero e salubre». Sia scalda, poi, colui che nella sua vita ha salvato per tre volte la Fiat ed è stato a capo della Rizzoli - Corriere della Sera: «Il ministro Nitto Palma in vacanza in Polinesia e Berlusconi che per ferragosto annuncia una scampagnata nella dacia di Putin? Così il Paese non si salva». Racconta i successi della propria esperienza orientale: «Chi ha occasione di andare in Cina, parli con la gente e senta l’orgoglio di essere cinese». Cosa che in Italia pare ormai sopita ed annebbiata. Non manca la speranza per il futuro e Romiti si dice favorevole al cambiamento, poiché «non si può andare avanti così». Poi diventa fin troppo gustoso, anche per i pubblico ampezzano che non trattiene l’ilarità. «Se Marchionne si presentasse alle elezioni lei lo voterebbe?»: chiede malizioso Enrico Cisnetto, padrone di casa a Cortina InConTra. È un secco “no” la risposta del grande dirigente italiano, uno schiaffo all’“Americano”.
Stefano Folli, il saggio e cauto editorialista de Il Sole 24 Ore, si complimenta con patron Cisnetto: «Azzecchi sempre i titoli dei tuoi incontri. Ieri con “Mala tempora currunt” ed oggi con “Economia e politica: poteri deboli”. Entrambi fin troppo veri ed attuali». Passa a parlare di economia e calda attualità: «quello di oggi è un problema globale, giacché noi siamo “dentro il mondo”: anche per questo dobbiamo –però– agire come se molto dipendesse solo da noi». Colpa anche dello sfilacciamento che rende il nostro sistema politico fin troppo debole. Ora «parlare di “commissariamento” mi pare esagerato, è la solita e roboante formula giornalistica. Resta comunque il fatto che siamo sotto la tutela dell’Europa: la nostra autorità è di fatto ridimensionata». Arriva la tiratina d’orecchie alla classe dirigente “giovane e meno giovane” che «non ha saputo svolgere il suo dovere». Oggi servono risposte concrete, che la politica ha taciuto finora. Nello scorso secolo v’era invece una grande suggestione pel grande sforzo della ricostruzione, gli amministratori sulla cresta dell’onda erano stati giovani durante la II Guerra Mondiale e ne erano usciti temprati. Per il già direttore del Corriere della Sera, non servono modifiche faraoniche, d'altronde in USA hanno lo stesso sistema istituzionale da più di 200 anni, il nostro invece è un sistema giovane eppure debolissimo. Tempo di pronostici: «non c’è oggi un’opposizione in grado di reggere le sorti del Paese, sebbene la maggioranza sia in difficoltà».