CORTINA RACCONTA - EMERGENZA NAZIONALE. UN DECRETO PER SALVARCI
EMERGENZA NAZIONALE. UN DECRETO PER SALVARCI
Evento del: 12/08/2011 18:00 - Audi Palace
Data articolo: 13/08/2011
​In diretta con il Consiglio dei Ministri, live dall’epicentro del terremoto economico. «Quando vola una sberla, la colpa è di chi se la fa dare». Si parla di aumentare le tasse sulle rendite finanziarie, Bot esclusi, di avviare nuove liberalizzazioni, di intervenire sulle pensioni e sull’assistenza, di abolire l’articolo 18 introducendo la libertà di licenziamento, di accorpare le festività alle domeniche per lavorare di più, di tagliare la spesa per gli enti locali e i costi della politica.

Il Ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, si scusa per l’assenza e riferisce i piani del governo. Quanto ai tagli della spesa pubblica, «occorre che collaborino tutti i livelli istituzionali del Paese. Il piano Sud, per esempio, è un risultato acquisito». Non rivela altre indiscrezioni il ministro pugliese, per rispetto del CdM che si riunirà di lì a poco. Interviene telefonicamente anche Gianni Alemanno, Sindaco di Roma Capitale e presidente del Consiglio nazionale Anci - Associazione Comuni d’Italia (impegnato nei lavori della caldissima giornata romana, non si nega ai microfoni di InConTra). Annuncia i nuovi tagli contenuti nella manovra d’emergenza: «saranno tagliate 34 provincie e accorpati i comuni sotto i 1000 abitanti che sono circa 1500»

Il più deciso è Antonio D’Amato, imprenditore e past president di Confindustria: «Le parti sociali sono chiamate a fare delle scelte che non sono state in grado di fare. Il dibattito sviluppato finora è inadeguato. Di fronte a momenti gravi come questo, la fiducia raccattata serve a poco. Occorre dimostrare se il Paese è in grado di intraprendere un percorso virtuoso. Il nostro Stivale, solo a condizione di un cambiamento drammatico, può riprendersi e ripartire. Poi arriva la dichiarazione che farà notizia nelle prossime convulse ore: «auspico un governo tecnico fatto da donne che ridia fiato al Paese. È necessario ridare credibilità alla classe dirigente, giacché siamo in prossimità degli ultimi istanti di questo periodo di vita repubblicana. Senza un possente scatto d’orgoglio non si va da nessuna parte».

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