CORTINA RACCONTA -
Giovani, istruzioni per l'uso
Giovani, istruzioni per l'uso
Evento del:
28/07/2011 18:00
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Audi Palace
Data articolo:
28/07/2011
Contenuto pagina
Pomeriggio giovane in compagnia della ministra Giorgia Meloni, pomeriggio lontano dai luoghi comuni ove s’allestiscono le fiere del banale. Non è facile discutere dell’”età ingrata”, senza ingaggiare una lotta senza quartiere con il già detto ed il già visto. «Occorre avere la forza di raccontare le cose belle per scatenare un’emulazione positiva», l’infaticabile ministra Meloni si collega telefonicamente col pubblico ampezzano ed esorta i più a tifare per l’energia positiva che i giovani serbano per proprio spensierato pragmatismo. Elenca gli interventi del dicastero cui sovrintende: «quando son diventata ministra esistevano molti siti che inneggiavano all’anoressia e bulimia, oggi abbiam messo in piedi una piattaforma a sostegno di ragazze e ragazzi afflitti dai disturbi alimentari, abbiamo chiesto a sportivi, personaggi televisivi, scrittori e cantanti di aiutarci a – come dico io - costruire delle alleanze tra pubblico e privato, tra istituzioni e opinion makers». Causa avverse condizioni meteo, il collegamento sfugge e – dai palazzi romani – s’invoca la benevolenza della platea cortinese.
Sotto l’egida della padrona di casa, Iole Cisnetto, il dibattito si anima. Cesare Fiumi, che è inviato speciale del Corriere della Sera oltre che autore de “La feroce gioventù” (Dalai editore), racconta il disagio dei giovani nei confronti delle istituzioni scolastiche. Si scusa per i toni macabri e cita i picconi utilizzati da un gruppo di amici per eliminare un ragazzo del varesotto, descrive i convulsi momenti di una tragedia distratta, frutto di o squallido sabato sera e di un sanguinario divertimento. Invoca a gran voce gli “Stati Generali della Gioventù”, per evitare di perdere un intera generazione di italiani e per tentare di invocare l’intervento della classe politica, lontana anni luce da certe questioni.
Don Antonio Mazzi, presidente della Fondazione Exodus, è un prete di quelli tosti. Sincero e cocciuto, lavora da anni gomito a gomito con mille ragazzi che le cronache locali dei quotidiani definirebbero “difficili”. Contro le categorizzazioni facili si scaglia il don: «quando dai dell’irrecuperabile ad un quattordicenne, questi lo diventa. Ho permesso di conseguire la licenza media – proprio lo scorso anno scolastico – a sei ragazzi che un preside fin troppo miope aveva bollato come “persi”». Gabriella Marazzi, autrice de “Naufraghi con spettatori” (Aliberti) si chiede perché non si metta nell’agenda della politica mondiale il tema della lotta all’abuso di sostanze stupefacenti. Lamenta la truce violenza del branco che annulla le individualità nel marasma dell’emulazione.
A Marida Lombardo Pijola, inviato speciale Il Messaggero, autrice de “Facciamolo a skuola” (Bompiani), tocca una difesa d’ufficio dei social network, di quei «nuovi linguaggi da non sottovalutare», perniciosa è ovviamente la dipendenza che si sviluppa in conseguenza degli eccessi, non l’utilizzo che apre a mondi nuovi, all’autentica possibilità di confronto. Il rischio, sempre dietro l’angolo, è la trasgressione finalizzata alla pubblica rappresentazione. Servono, per concludere, tanto tatto e molta empatia e pochi pregiudizi per riuscire a comunicare con la parte più viva di questo Paese. Fioriscano le passioni, e gli adulti siano abili ad accudirle, il monito di don Mazzi vibra attraverso l’Audi Palace e – ci auguriamo – germoglia nei cuori di chi ci crede.