CORTINA RACCONTA - I nostri prossimi 150 anni
I nostri prossimi 150 anni
Evento del: 23/07/2011 18:00 - Audi Palace
Data articolo: 23/07/2011
​Dei prossimi Centocinquanta anni si parla ovviamente, e non solo degli scorsi. Sul palco della kermesse ampezzana, un ospite d'eccezione: il ministro della Pubblica Amministrazione e dell'Innovazione, Renato Brunetta. Non si risparmia l'onorevole, niente perbenismi istituzionali o cordiali “volemose bene” per il sabato inaugurale degli appuntamenti di Cortina InConTra.

Partiamo dal tema caldo di questi giorni roventi. Avete in mente il clamore suscitato dalla pagina facebook di SpiderTruman, la sedicente spia dei "Segreti della Casta di Montecitorio", oppure la furia iconoclasta dei tanti internauti al grido "twitterato" di #bastacasta? Ecco, ci siam capiti: la risposta iperbolica del ministro veneziano non si fa attendere. «Provo amarezza ed anche un po’ di fastidio nel farmi fare la lezione sui costi della politica da qualche Montezemolo o Marcegaglia, e non perché abbiano colpa della crisi ma perché la loro analisi, a mio avviso, non è corretta». Il titolare del Dicastero della Funzione Pubblica tuona contro i comportamenti perversi della finanza privata e si scaglia conto il ricorso fin troppo allegro alla distribuzione di stock options, ovvero del diritto di acquistare ad un dato prezzo le azioni della società che si amministra - il che rischia di rappresentare, d'altra parte, un incentivo a far crescere smisuratamente il valore delle stesse, gonfiando artatamente cifre ed indici di bilancio. E se, invece, si tentasse di abolire o ridurre o accorpare -fate voi- le troppe Province italiane? Per nulla, risponde il ministro. «Ci sarebbe la rivoluzione il giorno dopo - è questa l'idea di Brunetta -, e non per via dei dipendenti imbufaliti». Giacché - peraltro - costoro verrebbero al più trasferiti in altri uffici, e questi - per inciso - rappresentano, stando ai dati ministeriali, il 90% dei costi di quegli enti. Altro che: a lagnarsi sarebbero addirittura i cittadini (gli stessi che oggi non nascondono, per usare un eufemismo, la propria insofferenza per i costi eccessivi della macchina amministrativa a base decentrata), visto che essi vedono nelle strutture provinciali l'ultimo baluardo nell'erogazione dei servizi.

«Sto bene dove sto, ma io sono un soldato» ha sostenuto poi il ministro, incalzato dal fuoco di fila di Enrico Cisnetto quanto all’ipotesi di un’eventuale nomina a ministro della Giustizia. Quanto alla politica del Palazzo, bruciano ancora (almeno così pare) le ferite provocate dalla lacerazione del gruppo finiano. Bordate illustri, stasera, per il presidente della Camera, oggi leader di Futuro e Libertà per l'Italia: «il presidente ormai non più super partes, svolge forse un ruolo non auspicabile per le istituzioni». Addio al ruolo di garanzia insomma che, da sempre, i presidenti delle Camere hanno ricoperto? Brunetta insiste: per combattere una battaglia politica da oppositore del premier, occorrerebbe rassegnare le dimissioni dallo scranno più alto di Montecitorio, scendere nell’arena e lottare a mani nude. Si arriva al dunque, infine. Il terremoto finanziario di queste settimane (o di questi anni?) minaccia le mura tutt’altro che solide della maggioranza in carica, ma il ministro (fino a pochi mesi fa in testa alle classifiche di gradimento dei membri dell’Esecutivo) non pare angustiato dagli scricchiolii attuali: «fra due anni andremo alle elezioni con la coscienza pulita per aver salvato l’Italia dal mare burrascoso della crisi». La tanta, o troppa, certezza circa la data del prossimo appuntamento elettorale spinge il giornalista Enrico Cisnetto ad insinuare qualche dubbio sulla tenuta della coalizione, tuttavia il ministro è perentorio (oltre che sagace): «andremo a votare alla scadenza naturale del mandato, perché è vero che noi siam messi male, ma gli altri stanno anche peggio». La carne al fuoco è tanta e, fuor di metafora, stasera si parla anche di cibo.

Di succulente leccornie all’ombra dei millemila campanili d’Italia. In compagnia dei gastronomi Fabrizio Nonis e Massimo Bottura, oltre che del professore di Antropologia alimentare Giovanni Ballarini, il ministro si fa nocchiero di un viaggio gustosissimo attraverso i sapori tricolori. Come sempre, il palco di Cortina sorprende il suo pubblico. E non dite che sia tutto finito “a tarallucci e vino”.

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