CORTINA RACCONTA - Libero di criticare. Soprattutto la casta
Libero di criticare. Soprattutto la casta
Evento del: 27/07/2011 21:30 - Audi Palace
Data articolo: 28/07/2011
​Fresco di querela democratica, il direttore di “Libero” Maurizio Belpietro sale sul palco di Cortina InConTra e non lesina bordate al leader del PD provocando l’applauso con una battuta al vetriolo: «perché mai nessun attacco al Fatto Quotidiano che, per inciso, ha messo in pagina le nostre stesse accuse ad un tale onorevole Penati, "loro - aggiunge - sono i compagni che sbagliano, noi sbagliamo solo".

«Non si tratterà di vicende politicamente rilevanti, ma sarà certamente qualcosa di politicamente rivoltante», afferma il direttore a proposito del caso “Tedesco”. Si scaglia poi contro l’iperattivismo di certi magistrati in cerca di notorietà e biasima i processi che si fanno “sui giornali anziché nelle aule”. «Ma che razza di giustizia è?» si chiede Belpietro. L’intervistatore Enrico Cisnetto si chiede se siamo di fronte ad una Tangentopoli Bis. Il direttore ha un aneddoto: un onorevole gli ha rivelato che interi gruppi di parlamentari (addirittura di centrodestra, tiene a sottolineare) avrebbero in serbo per lui “una vagonata di legnate” per via della sua strillata battaglia contro privilegi e sprechi della classe politica nostrana.
 
Quanto ai recenti successi delle truppe arancioni in Lombardia ed a Napoli con De Magistris, Belpietro è sarcastico: «Pisapia ha addirittura preso meno voti di Ferrante (il prefetto ambrosalentino che fu sconfitto da Letizia Moratti, ndr). Vince, insomma, grazie all’astensionismo dell’elettorato tradizionalmente di centrodestra che ha dimostrato con forza di esser stanco dell’andazzo irrispettoso della classe dirigente». Gli sprechi – è innegabile – son troppi. Ed «il tentativo leghista di inaugurare quei pochi ministeri a Monza è una furbata. C’è tutta la volontà di illudere il proprio elettorato fingendo un certo distacco dalla Capitale: le decisioni intanto vengono prese sempre e comunque a Roma. Il trasferimento si è ridotto a tre scrivanie, ciò che serve, invece, è uno Stato efficiente che risponda con rapidità ai problemi dei cittadini, non un altro ufficio dove fare anticamera».
 
Si ironizza poi sulla presunta “confusione mentale” di Fini, il pubblico in sala sorride: «sognava di fare il leader ma al massimo può fare il presidente di una bocciofila. Ha criticato per anni la Lega ed oggi, pur di tornare in gioco, auspica la premiership di Maroni». Poi uno dice la coerenza. Ne ha per tutti il direttore di Libero: «L'unica "diversità" del PD e solo tecnica e non morale: si faceva pagare le tangenti con la caparra, cioè firmando un regolare contratto». Quanto al centrodestra, «Berlusconi ha avuto la capacità di costruire la storia di questo popolo all’indomani di Mani Pulite, ha tenuto insieme diversi partiti ed ha creato un movimento carismatico dando un volto alle idee».  «Non ho in mente un successore, vedevo una fiammante Ferrari lanciata sul rettilineo di Palazzo Chigi, oggi – però – il leader di ItaliaFutura Luca Cordero di Montezemolo pare fermo al palo».
 
Viene il momento dell’ex PM Tonino Di Pietro, “scarpe grosse e cervello fino”. «Rischia di scomparire fagocitato dalla stessa antipolitica che lui ha generato a fare i duri e puri si rischia di essere epurati». Si ragiona di politica stasera e si solletica l’entusiasmo della platea cortinese, assetata di notizie fresche di nottata. Lievi tiratine d’orecchie al Capo dello Stato per via dei troppi zeri della gestione del Quirinale, raffrontato alle omologhe strutture europee: «non vorrei si confondesse la persona con il ruolo, il Presidente della Repubblica è sempre stimato ma – se viole rappresentare Italiani – si candidi e scenda in campo». E Berlusconi al Quirinale? Poche chance, a detta di Belpietro.

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