CORTINA RACCONTA - PIÙ LAVORO MENO TASSE, RICETTA PER LA RIPRESA
PIÙ LAVORO MENO TASSE, RICETTA PER LA RIPRESA
Evento del: 23/08/2011 18:00 - Audi Palace
Data articolo: 24/08/2011
La manovra economica d’emergenza varata dal governo, sotto la pressione della crisi finanziaria, è imperniata sulla riforma del mercato del lavoro e sul riordino del sistema fiscale. Cose di cui si parla da anni con poco risultato. Eppure sono le due leve più importanti per tentare di rilanciare lo sviluppo. Confronto a tutto campo trai big dell’economia tricolore.

Raffaele Bonanni, segretario generale del sindacato Cisl è perentorio: «Si fanno tante, troppe, chiacchiere ma non si arriva al nodo, la politica deve distribuire e non amministrare. Lo ha scritto benissimo Galli della Loggia sul Corriere la scorsa settimana. I nostri politici sanno spendere ma non ottimizzare. La politica ha fatto danni ovunque, abbiamo un impianto politico istituzionale più pletorico d’Europa». Aggiunge: «Non solo ci costano tanto ma sono anche in conflitto tra loro». Incalza: «Gli scioperi generali sono luogo affollato di bandiere e partiti politici. La situazione è stucchevole, solo perché l’estremista Landini pretende uno sciopero generale ogni tre mesi e gli si va dietro. La gente è stufa dei balletti a cui assiste. Mi stupisco che i partiti riformisti non abbiano ancora preso le distanze da certi atteggiamenti».

Giuseppe Bortolussi, segretario CGIA Mestre, autore de “Tassati e Mazziati” (Sperling&Kupfer) definisce i veri problemi nella sua personalissima hit list: precariato diffuso, difficile accesso al credito, esagerati tempi di pagamento, giustizia lenta. «Finora nulla si è fatto per queste questioni». Domenico Arcuri, amministratore delegato Invitalia ammette di assistere ad una crisi generalizzata e dunque non solo italiana. Chiede che si analizzi lo spread tra imposizione fiscale e reddito di ogni cittadino. Cita poi il Capo dello Stato ed il suo richiamo alla lotta all’evasione fiscale. Difende la manovra, utile a correggere il tiro della speculazione che impazza in tutto il mondo.

Claudio Siciliotti, presidente Consiglio Nazionale Commercialisti, si scalda: «i nostri leader sono senza leadership, stanno affrontando la crisi personaggi che ovviamente alle prossime elezioni non otterranno la maggioranza. Che idea di Paese c’è? Se la BCE non avesse recapitato una lettera ai nostri ministri, avremmo trascorso un’estate senza problemi. Perché col sistema di welfare italiano il risparmio privato è alto, eppure siamo ipergarantiti? – chiede retorico. Vuol dire che non ci fidiamo dello Stato. Occorre ridefinire l’idea di Stato, che forse non si dovrebbe occupare d tutto. Bisogna pure alzare l’età pensionabile, condurre una lotta senza quartiere all’evasione fiscale che favorisce il nanismo imprenditoriale del Paese».

Conclude Luigi Brugnaro, presidente di Umana e presidente Confindustria Venezia, sostiene che abolire i piccoli comuni sia inutile e dannoso. Poi si scaglia contro i pavidi che non manifestano la propria opinione. Dice di essere veramente arrabbiato contro una classe politica scelta sulla base delle fedeltà manifestata e non del talento. Chiede uno «Stato diverso per costruire il futuro ai nostri figli, che non si fa per decreto». 
 

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